Nebbia tamburi e zanzare



Nebbia e zanzare sono ciò che più di tutto affligge il posto in cui vivo.
La nebbia arriva la sera, fra l'autunno e la primavera, e ti scoraggia dall'uscire di casa rendendo pericolose le strade e interminabili gli spostamenti più banali.
Le zanzare ti assaltano alle feste di paese, nei locali all'aperto, nelle passeggiate.
Non fosse per questo il Parco del Ticino sarebbe anche un posto stupendo e lo si scopre all'improvviso quando la primavera ti regala, dopo interminabili mesi di tempo piovoso, delle belle giornate di sole qualche settimana prima dell'arrivo inesorabile di zanzare, mosche e tafani.

I tamburi invece sono uno dei miei hobby e delle mie numerose passioni e mi piace suonarli nei momenti in cui mi annoio non potendo o non avendo voglia di fare altro!


Per messaggi personali e-mail: nebbiatamburiezanzare@virgilio.it


giovedì 22 settembre 2011

Essere agnostico

Essere agnostico è un atto di coerenza razionale con se stessi.
In questo senso è una scelta di vita non così facile da mantenere ed è probabilmente per questo che nonostante la scuola ci abbia dato gli strumenti per diventarlo molti non hanno neanche il coraggio di riconoscere di esserlo.
In fondo se sono stati fatti così tanti sforzi vani per dimostrare l'esistenza di Dio il motivo non può che essere che la dimostrazione non possa esistere (almeno con le attuali conoscenze) e che con ogni probabilità anche Dio.
Tuttavia, non so se per un condizionamento culturale, ne sentiamo una innegabile mancanza che ci spinge in tutti i modi a cercarne una sua purtroppo improbabile presenza.
Riconoscere che siamo soli, che nessun essere “superiore” ci può aiutare, che la morte sarà la nostra inesorabile fine, che per questo il significato della nostra esistenza risulti evanescente... ci fa male, ci fa soffrire, ci sembra ingiusto.
Tuttavia riconoscere che questa è la realtà in cui viviamo è secondo me importante; avere il coraggio di accettarla è il primo passo per vivere secondo coerenza, per imparare a non pigliarsi in giro e affrontare il miracolo della vita per quello che è: un misterioso scherzo della natura!

Mi piace pensare di riuscire ad essere agnostico non solo nei confronti dell'esistenza di Dio ma anche nel giudizio di ciò che non posso conoscere o non conosco ancora in modo soddisfacente.
Abbiamo un insano desiderio di sicurezza che ci spinge a voler dare per forza giudizi sul giusto e lo sbagliato, sul buono e il cattivo, sul colpevole e sull'innocente.
Riconoscere i limiti delle nostre conoscenze e saper dare pareri o trarre conclusioni proporzionate per me è molto importante: lo ritengo una forma di rispetto sulla complessità dell'esistenza e verso coloro che eventualmente ci permettiamo di giudicare.

Detto questo la vita è fatta di decisioni e anche quando aspettiamo non sapendo cosa fare una decisione l'abbiamo presa: mentre aspettiamo il tempo passa inesorabile e ciò che era possibile prima non è detto che si possa ancora fare dopo o che abbia lo stesso senso.
Quindi, anche se non possiamo conoscere al meglio la realtà e operare le scelte più giuste, dobbiamo farci coraggio e prendere ugualmente delle decisioni: consapevoli che non saranno magari le migliori ma almeno testimonieranno la nostra voglia di vivere.

1 commento:

  1. Condivido pienamente quanto hai scritto. Mi sembra che il tuo essere agnostico sia non solo un atto di coerenza razionale ma anche e sopratutto un atto di onestà intellettuale e di umiltà.
    Mi sembra che anche per te comunque l'essere agnostico non voglia dire rinunciare alla conoscenza quanto non cercare scorciatoie per arrivare a certezze non adeguatamente sostenute da argomentazioni, riflessioni, dimostrazioni.
    Da più di tremila anni pensatori, filosofi e scienziati hanno lavorato per diradare il mistero che ci circonda. I risultati da loro raggiunti sono di stimolo per noi oggi per continuare il loro lavoro ed arrivare ad una comprensione e ad una conoscenza di noi stessi e della realtà che ci circonda sempre maggiore, anche se mai definitiva.
    L'agnostico, cosciente di non avere certezze incrollabili, accetta umilmente i limiti alle conoscenze che può avere del mondo intorno a lui ed è sempre alla ricerca di un dialogo con chi la pensa diversamente nella speranza di conoscere meglio questo nostro mondo.
    Il credente viceversa ostenta certezze che non è disposto a mettere in discussione. Ma cercare scorciatoie per arrivare qui e ora a certezze indiscutibili e assolute, grazie a ispirazioni, visioni o rivelazioni, porta solo a dogmatismi, scontri ideologici-religiosi e oscurantismi.
    Nell'educazione dei bambini penso che si debbano, per quanto è possibile, trasmettere conoscenze insistendo sulle argomentazioni e considerazioni che le supportano. E' diseducativo e pericoloso viceversa trasmettere loro "credenze" calate per autorità dall'alto perché ne saranno condizionati per tutta la vita.

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